È ormai stato ribattezzato da molti il Decreto sulla Cannabis Light perché coinvolge tutto il settore di coltivatori di Canapa Light, produttori e venditori di prodotti a base di CBD. Ci riferiamo al decreto firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto. Arriva a 3 anni da un Decreto del 2020 che sospendeva l’inserimento del CBD nell’elenco dei farmaci considerati stupefacenti e di fatto ne revoca il contenuto. Il nuovo decreto sulla Cannabis Light, infatti, torna ad inserire il CBD come medicinale stupefacente e ne cambia quindi le modalità di acquisto. Stabilisce infatti che, a partire dal 22 settembre 2023, data della sua entrata in vigore, i prodotti a consumo orale a base di CBD siano farmaci a tutti gli effetti e quindi possano essere acquistati solo con ricetta medica.
Le limitazioni per ora coinvolgono solamente i prodotti con cannabidiolo da ingerire e non, ad esempio, cosmetici, alimenti o infiorescenze ma è innegabile che le ripercussioni siano molte.
La Canapa Light è infatti una tipologia di cannabis a bassissimo contenuto di THC, un cannabinoide dagli effetti psicotropi, e possiede invece elevate quantitativi di CBD. Si tratta di un’altra sostanza presente nelle piante di canapa ma privo di effetti psicoattivi e, al contrario, ricco di proprietà benefiche per corpo e mente. Una legge del 2016, la 242, ne ha anche regolamentato l’uso definendo che, per essere legali, la Canapa Light e i suoi derivati debbano contenere una quantità di THC pari allo 0,2% con tolleranze fino allo 0,6%.
Proprio per queste ragioni negli ultimi anni in Italia il settore della Cannabis Light ha visto un incremento notevole, sia a livello di coltivatori, sia di produttori e rivenditori di prodotti a base di CBD. Ora con il nuovo Decreto Schillaci molte di queste realtà non potranno più commerciare gran parte dei loro prodotti, che diventeranno quindi esclusiva solo delle farmacie e delle case farmaceutiche.
Nuovo Decreto sulla Cannabis Light: perché non convince
Inutile dire che il nuovo Decreto sulla Cannabis Light stia facendo parecchio discutere. Da una parte c’è il Governo, secondo cui il provvedimento aiuterà a regolamentare il settore e a promuovere la diffusione solo di prodotti certificati e sicuri. Il Decreto stabilisce infatti che gli unici prodotti che possono circolare sono quelli che seguono le linee guida EU GMP, ovvero le Good Manufacturing Practice – GMP, le Buone Pratiche di Fabbricazione.
I diretti interessati, invece, fanno emergere altre considerazioni. Federcanapa fa ad esempio notare che una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020 avevano stabilito che il CBD non ha effetti stupefacenti e quindi non ha senso considerarlo come tale.
Inoltre, sempre secondo Federcanapa, dal momento che le restrizioni non coinvolgono tutte le categorie merceologiche di derivati del CBD, in Italia continueranno a circolare alimenti e cosmetici a base di CBD e di provenienza estera, a discapito delle realtà nazionali.
Quali sono le ripercussioni per Dolomiti BioHemp
Anche la nostra azienda Dolomiti BioHemp è chiaramente coinvolta nel discorso. Nella nostra Green House nel cuore delle montagne trentine coltiviamo infatti canapa light da cui ricaviamo tantissimi prodotti a base di CBD che puoi trovare nel nostro store online. Quali sono quindi le conseguenze per la nostra attività con l’attuazione del nuovo Decreto sulla Cannabis Light?
Al momento nessuna: tutti i nostri prodotti, oltre a provenire da coltivazioni 100% biologiche, sono correttamente regolamentati e certificati quindi potranno essere venduti senza bisogno di ricetta medica.
Potrai pertanto continuare ad acquistarli liberamente, con la certezza di trovare un prodotto di qualità, legale, sicuro e completamente naturale.
Dolomiti BioHemp però nasce anche per diffondere e promuovere, anche a livello culturale, i benefici di un prodotto vegetale troppo spesso ingiustamente bistrattato. Il nostro impegno sinora è stato premiato perché anche in Italia, come nel resto d’Europa, si è assistito ad una progressiva rivalutazione del CBD. Le nuove normative, invece, segnano purtroppo un arretramento rispetto alle conquiste fatte sinora.
Proprio perché la nostra non è solo un’attività commerciale ma un vero e proprio progetto in cui crediamo profondamente continueremo quindi a batterci per incoraggiare a un uso consapevole della Canapa Light, un prodotto eccezionale che, se usato correttamente, aiuta a mantenere un importante benessere psico-fisico. Auspichiamo quindi che il Decreto Schillaci decada presto esattamente come era avvenuto nel 2020 quando la normativa che, come l’attuale, aveva inserito il CBD tra i farmaci stupefacenti, era stata immediatamente revocata.
Ovviamente seguiremo l’evoluzione della vicenda e torneremo a parlarne non appena ci saranno nuovi aggiornamenti.