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Quando si parla di marijuana uno dei dibattiti più accesi riguarda gli effetti della cannabis sul cervello. Il timore è che un consumo regolare possa ridurre il QI e avere danni cognitivi anche nel lungo periodo. Ci riferiamo ovviamente alla marijuana con alti contenuti di THC, una sostanza legalizzata in diversi stati (l’ultimo in ordine cronologico, la Germania) ma illegale in Italia.
Il THC provoca infatti alterazioni psico motorie e per questo nel nostro paese è bandito per legge.

Gli effetti sul breve periodo sono noti. Pur cambiando da soggetto a soggetto in generale il THC causa una distorsione sensoriale, un rallentamento del tempo di reazione e un aumento del battito cardiaco. Sono effetti temporanei che si riducono progressivamente fino poi a scomparire del tutto.

Ma sugli effetti della cannabis sul cervello nel lungo periodo non si hanno ancora certezze assolute. Continuano ad essere eseguiti vari studi ma i risultati non sono sempre così concordi.

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Le ricerche sugli effetti della cannabis sul cervello

Una delle analisi più note è stata svolta nel 2012 dai ricercatori del Dunedin Multidisciplinary Health and Development Study. La ricerca ha coinvolto 1000 persone che sono state monitorate dalla nascita sino all’età di 38 anni. Si è così appurato che i soggetti che avevano iniziato a fare uso di marijuana in modo pesante sin dall’adolescenza presentavano una riduzione media del QI di circa 8 punti rispetto a chi non aveva mai fatto uso di cannabis.

Sembrava un risultato clamoroso, eppure fu presto contraddetto da altre ricerche. Nel 2016 è stato ad esempio pubblicato sul Journal of Psychopharmacology uno studio che ha analizzato un campione di fratelli, accomunati quindi dalle stesse variabili ambientali e genetiche. La ricerca però non ha registrato particolari differenze di QI tra chi consumava cannabis e chi no. Si è quindi ipotizzato che quanto emerso dalla ricerca del 2012 potesse essere influenzato anche da altri fattori, e non solo dal consumo di marijuana.

Negli anni si è indagato molto anche sugli effetti del consumo di cannabis sul cervello degli adolescenti ma anche in questo caso i risultati sono stati contrastanti. Uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience ha evidenziato che gli adolescenti che usano marijuana frequentemente mostrano alterazioni nella struttura del cervello, soprattutto nelle aree correlate alla memoria e al controllo esecutivo.
Un’altra ricerca del 2020 ha invece concluso che le differenze di QI sono quasi irrilevanti e non necessariamente permanenti.

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Come evitare qualsiasi tipo di rischio

Chi ha ragione?
Al momento la scienza non può darci risposte certe e la scelta di schierarsi tra favorevoli alla legalizzazione o contrari rimane del tutto soggettiva.

Se invece parliamo di cannabis light tutto cambia. La marijuana a contenuto quasi nullo di THC, infatti, non ha alcun effetto stupefacente ed è assolutamente legale.
Così come stabilito dal Decreto 142 del 2016, infatti, deve contenere lo 0,2% di THC con tolleranze massime dello 0,6%, percentuali talmente basse da non essere percepite dal nostro organismo.

Tutti i nostri prodotti Dolomiti BioHemp rispettano queste indicazioni, comprese le nostre infiorescenze. Sono quindi una scelta sicura e anche salutare. La cannabis light, infatti, è ricca di un cannabinoide dai mille benefici, il CBD. I nostri prodotti, quindi, oltre ad essere 100% naturali e biologici, sono anche un vero toccasana per la mente e per il corpo

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