Per le sue proprietà, il CBD in gravidanza sarebbe di grande aiuto per le future mamme perché le aiuterebbe ad alleviare tanti disturbi che affliggono la maggior parte delle donne incinte.
Prima di tutto, la nausea, tipica dei primi mesi di gestazione. Ma il CBD è anche un ottimo antidolorifico, utile per mitigare ad esempio i dolori alla schiena o al basso ventre. Inoltre ha la capacità di diminuire le contrazioni miometrali e in generale le rigidità muscolari. E infine aiuta anche la mente a rilassarsi, combattendo così l’ansia e lo stress che spesso tormentano le gestanti.
Stesso discorso per l’allattamento. Anche in questa fase un prodotto naturale dagli effetti rigeneranti per mente e corpo sarebbe un vero e proprio toccasana.
Abbiamo però usato il condizionale perché è bene essere cauti.
Gravidanza e allattamento sono due fasi molto delicate, per il feto/bambino e anche per la donna. Ciò che la mamma assume per via orale raggiunge anche il feto e il latte materno, per questo è meglio essere molto prudenti. Questa è una riflessione generale che vale per qualsiasi alimento. Se poi ci focalizziamo sul CBD in gravidanza e allattamento, è necessario fare una premessa. Il CBD è, come il THC, un cannabinoide presente nelle piante di Canapa. La differenza tra i due sta negli effetti indesiderati: il CBD non nuoce alla salute e anzi, ha importanti proprietà benefiche. Il THC, invece, è una sostanza psicotropa che provoca alternazioni psico-motorie.
Il CBD è quindi legale, il THC no. Con la Legge 242 del 2016 in Italia si è dato il via libera alla coltivazione di Canapa Light e la vendita di prodotti derivati: entrambi, pianta di Cannabis e prodotti, devono però contenere lo 0,2% massimo di THC, con tolleranze fino allo 0,6%. Sono percentuali bassissime, del tutto impercettibili per chi lo assume. Però per un feto o un bambino appena nato potrebbero essere dannose.
È stato infatti ampiamente dimostrato che i rischi causati dall’assunzione di THC riguardano:
- aborto spontaneo
- nascita prematura
- gravidanza extra-uterina
- ritardi nella crescita
- ritardi nello sviluppo cerebrale
Quando e come assumere il CBD in gravidanza o allattamento
Per quanto riguarda invece il CBD in gravidanza o allattamento il problema maggiore risiede quindi nella presenza, seppur ridottissima, di tracce di THC. Non si hanno invece informazioni certe sulle conseguenze che il THC potrebbe avere sul feto o sul bambino. Per questa ragione, e cioè per la mancanza di studi certi, è consigliabile evitare l’assunzione in forma orale o tramite inalazione.
Quindi è meglio rinviare il consumo sia di infiorescenze, sia di infusi o altre bevande a base di CBD a quando si smetterà di allattare.
Questo non significa che devi totalmente rinunciare ad utilizzare prodotti a base di CBD. In gravidanza e anche durante l’allattamento puoi comunque usare derivati della canapa applicabili localmente. È il caso ad esempio della nostra Pomata di Nonna Uccia, un unguento naturale, creato proprio da nostra nonna con estratti di cannabis provenienti dalla coltivazione biologica di canapa della Green House Dolomiti BioHemp. È ideale contro irritazioni e rossori della pelle e anche per mitigarne il dolore. Trattandosi appunto di un’applicazione cutanea, puoi usarla senza il rischio che penetri nel sangue e nel latte materno.
Se però hai dubbi chiedi sempre un consulto al tuo medico di fiducia che saprà sicuramente consigliarti al meglio sulla possibilità di assumere CBD in gravidanza o allattamento e su eventuali dosaggi.
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