Ci può essere una correlazione tra CBD e Parkinson? La cannabis può in qualche modo alleviare i disturbi causati da questa patologia? È quello su cui si stanno concentrando diversi studi nella speranza di dare sollievo a una delle patologie neurodegenerative più diffuse e in parte ancora sconosciute. Ad oggi non si sa ancora per certo quali siano le cause scatenanti e tantomeno non esistono cure in grado di portare ad una totale regressione.
Il Morbo di Parkinson provoca infatti una progressiva distruzione dei neuroni del cervello e una riduzione costante della produzione di dopamina, neurotrasmettitore che permette la buona comunicazione tra neuroni e il controllo dei movimenti.
Chi è affetto da Parkinson presenta quindi sintomi precisi: tremori, lentezza nei movimenti e rigidità muscolare sono i più evidenti. A questi si aggiungono anche altri sintomi associati come stanchezza, stati depressivi, disturbi digestivi, del sonno, dell’attenzione e della memoria e anche un forte senso di fatica.
I farmaci attuali cercano di contenerli andando ad aumentare il livello di dopamina ma gli effetti collaterali sono piuttosto importanti. Tra questi si registrano ad esempio nausea, movimenti involontari e anche disturbi comportamentali.
Ecco allora che entra in gioco la Cannabis, nota da millenni per i suoi benefici naturali. Da qui è nata la volontà di indagare il rapporto tra CBD e Parkinson e quali eventuali giovamenti si possono ottenere da un’assunzione regolare di Cannabis.
CBD e Parkinson: quando il Cannabidiolo può dare sollievo
Gli studi condotti sinora hanno dato risultati incoraggianti soprattutto nell’aiutare i pazienti con Parkinson a migliorare la qualità della propria vita e a contrastare gli effetti collaterali dei farmaci e della malattia stessa.
Siamo però ancora agli arbori e, per arrivare ad una verità scientifica è necessario indagare più a fondo, con campioni anche più numerosi.
Ciò che è certo è che una ricerca del 1986, inoltre, ha dimostrato che specifiche quantità di CBD riducono i tremori. Mentre uno studio più recente, realizzato nel 2009, ha registrato una diminuzione di sintomi psicotici.
L’uso del CBD nel Parkinson sembrerebbe utile anche per alleviare gli effetti collaterali delle cure. Il Cannabidiolo, infatti, oltre a giovare sull’umore, svolge un’azione regolatrice in caso di ansia e disturbi comportamentali, come dimostrato da studi pubblicati sul Clinical Trials. Ha inoltre effetti calmanti ed è indicato per migliorare la qualità del sonno.
Prima dell’assunzione è però sempre bene rivolgersi al proprio medico curante che conosce la situazione clinica e saprà dare indicazioni precise.
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