Molti conoscono la canapa Indiana, tanti la varietà Sativa ma pochissimi sanno che esiste anche la cannabis Ruderalis. Eppure vanta caratteristiche uniche e applicazioni potenziali davvero interessanti. È una pianta originaria delle regioni settentrionali, come la Siberia e le zone dell’Europa orientale, è ha dimensioni relativamente ridotte rispetto ad altre varietà di cannabis, con foglie meno ramificate e più piccole. La sua particolarità è il fatto di avere un ciclo di vita autofiorente. Significa che la sua fioritura non è condizionata dai cambiamenti nella durata della luce e inizia indipendentemente da questa. Ecco perché è in grado di completare il suo ciclo di vita anche in presenza di climi molto rigidi e in ambienti con estati brevi.
Nonostante questo la Cannabis Ruderalis non è mai stata apprezzata molto, soprattutto in passato, e ad incidere di più probabilmente è stato lo scarso contenuto di THC al suo interno. Il delta-9-tetraidrocannabinolo è conosciuto infatti per le sue proprietà psicoattive e chi cercava effetti stupefacenti ne rimaneva particolarmente deluso.
Negli ultimi anni però, questa varietà di cannabis sta iniziando ad essere rivalutata, soprattutto per le sue proprietà autofiorenti che rende la coltivazione molto più flessibile. I coltivatori amatoriali e chi ne fa un uso commerciale possono infatti trarre enormi vantaggi di una pianta che fiorisce anche in condizioni estreme e senza seguire i cicli stagionali. Significa infatti avere raccolti più rapidi e relativamente più semplici.
Cannabis Ruderalis: le possibili applicazioni future
Inoltre la genetica ha fatto passi da gigante e, partendo dalla cannabis Ruderalis, ha permesso, tramite l’ibridazione, di ottenere nuove varietà di canapa che combinano le caratteristiche delle varie specie di cannabis utilizzate.
Anche la resistenza naturale della Cannabis Ruderalis alle condizioni climatiche avverse potrebbe essere sfruttata nella ricerca di piante più resistenti alle malattie e al cambiamento climatico, con implicazioni importanti per l’agricoltura in generale.
C’è un’altra considerazione da fare. Il basso quantitativo di THC, se in passato poteva essere un limite, adesso è un grande vantaggio. Con la legge 242 del 2016 è stato infatti deciso che in Italia la canapa e i suoi derivati, per essere legali e commercializzabili, devono contenere un quantitativo praticamente nullo di THC (0,2% con un massimo di tolleranza dello 0,6%). Partendo quindi da una pianta come la Canapa Ruderalis si potrebbero ottenere ottimi prodotti privi di THC e ad alto contenuto di CBD, un altro cannabinoide presente nelle piante di canapa che, a differenza del THC, ha solo poteri benefici e nessun effetto psicotropo.
Sicuramente c’è ancora molta strada da fare prima di trovare il modo migliore per sfruttare le caratteristiche più interessanti della Ruderalis e combinarle con le proprietà benefiche di altre varianti di canapa ma è innegabile che ci siano grandi potenzialità.
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