Gli effetti benefici della canapa sono ormai consolidati e riconosciuti da tempo nonostante gli studi sul tema siano solo all’inizio. Si sa per certo che gli antichi Egizi, i Greci e molte civiltà indiane la usavano già millenni fa, per alleviare numerosi disturbi. Negli ultimi anni anche la medicina occidentale sembra essersi accorta del potenziale di questa pianta e ora il consumo di Cannabis ad uso terapeutico è consentito anche in Italia.
Il percorso non è stato semplice. Per anni la Canapa, in ogni sua forma, è stata equiparata ad un qualsiasi stupefacente e quindi considerata illegale. Tutto nasce dal fatto che le piante di Cannabis contengono diversi principi attivi, uno dei quali, il THC, dagli effetti psicotropi. Al tempo stesso però, il THC è anche un ottimo antidolorifico, antinfiammatorio e antiepilettico e soprattutto non è l’unico cannabinoide presente nella canapa. C’è anche il CBD che ha proprietà simili e un enorme vantaggio: riduce gli effetti collaterali del THC.
Bilanciando quindi i due principi si possono ottenere prodotti alla cannabis ad uso terapeutico, preziosi per contrastare diverse patologie e assolutamente legali.
Cannabis ad uso terapeutico: le leggi in materia
Una primissima legge in materia risale al 1990 quando con il Decreto del Presidente della Repubblica 309/1990 si legiferò in materia di “disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope”.
Solo nel 2006 però, fu consentito ai medici italiani di prescrivere preparati a base di canapa e alle farmacie di prepararli e venderli.
La norma che però dà di fatto il via libera alla Cannabis ad uso terapeutico arriva solo con il Decreto ministeriale del 9/11/2015 che autorizza la coltivazione di canapa per la produzione di medicinali.
L’anno successivo arriva così in Italia la Cannabis FM2, con specifici valori di THC (dal 5 all’8%) e CBD (dal 7,5 al 12%). E nel 2018 la Cannabis FM1, con percentuali diverse di cannabinoidi: dal 13 al 20% di THC e meno dell’1% di CBD.
Anche la somministrazione di Cannabis ad uso terapeutico deve seguire precise regole. Può essere acquistata solo tramite prescrizione medica e somministrata soltanto a determinati pazienti, affetti da specifiche patologie e che non rispondono alle cure tradizionali o necessitano dell’integrazione di cure palliative.
I benefici della Cannabis a uso terapeutico
Le malattie in cui la Cannabis ad uso terapeutico trova maggior impiego sono:
- Sindrome di Gilles de la Tourette: CBD e THC riducono gli spasmi involontari tipici di questa patologia
- AIDS per contrastare il senso di inappetenza tipico dei pazienti sieropositivi
- Glaucoma per alleviare l’emicrania associata
- Sclerosi multipla e artrite per mitigare il dolore
- Tumori: oltre a ridurre il dolore oncologico, la Cannabis ad uso terapeutico è usata per contrastare gli effetti collaterali legati alle curo oncologiche, come nausea e vomito
- Disturbi psichiatrici e psichici per alleviare ansia, controllare la schizofrenia, disturbi bipolari ecc….
- Epilessia per ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi
Le stesse proprietà benefiche si ritrovano anche nella Cannabis Light e nei derivati della canapa. In questo caso si tratta di prodotti, sempre legali ma commercializzati anche per uso ricreativo. Qui le percentuali di THC e CBD sono diverse rispetto alla Cannabis per uso terapeutico. Come imposto dalla Legge 242/2016, le quantità di THC devono essere pressoché nulle, pari allo 0,2% con tolleranze massime dello 0,6%. Sono quindi prodotti più leggeri, adatti a chiunque, privi di effetti collaterali e ricchi di benefici per corpo e mente.
Appartengono a questa categoria tutti i prodotti Dolomiti BioHemp, provenienti da coltivazioni di canapa biologiche nelle Dolomiti trentine.
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