Ed eccoci ad un nuovo aggiornamento sul Decreto Schillaci. La notizia è questa: il 16 gennaio 2024 il Tar del Lazio ha rinviato la decisione in merito all’annullamento del Decreto del Ministero della Salute del 7 agosto 2023 al 16 settembre.
Significa che almeno fino a quella data le sostanze ad uso orale a base di CBD non sono considerate stupefacenti e quindi possono continuare ad essere vendute liberamente senza ricetta medica.
Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo quella che ormai sta diventando una vera e propria querelle.
Ad agosto 2023 era stato emanato un Decreto sulla Cannabis Light, firmato anche dal Ministro Schillaci e per questo rinominato subito Decreto Schillaci, in cui le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis dovevano essere inserite nella Tabella dei medicinali, sezione B, del Dpr. 309/90. Questo voleva dire che tali prodotti si sarebbero potuti acquistare solo presso farmacie e previa prescrizione medica. Le limitazioni riguardavano soltanto i prodotti a base di CBD da assumere per via orale e quindi non, ad esempio, cosmetici o inflorescenze a base di canapa.
Il Decreto Schillaci continua a non essere attivo
Ovviamente si parla di cannabis light, ovvero canapa legale, così come deliberato dalla Legge 242/16 che impone che, affinché la canapa e i suoi derivati possano essere venduti liberamente, devono mantenere quantitativi di THC praticamente nulli: 0,2% con tolleranze fino allo 0,6%. Questo perché il THC è un cannabinoide dagli effetti psicotropi che, una volta assunto, causa alterazioni psico motorie e nella percezione della realtà. La canapa light, invece, è ricca di CBD, un altro cannabinoide privo di effetti collaterali ma ricco di proprietà benefiche, così come dimostrato anche in diverse ricerche scientifiche ed enti internazionali, come avevamo già visto in un precedente articolo, sempre dedicato al Decreto Schillaci.
Proprio per questo motivo gli Imprenditori della Canapa erano immediatamente insorti ed erano riusciti a sospendere l’efficacia del Decreto già il 26 ottobre 2023, in attesa di un’udienza definitiva prevista per il 16 gennaio 2023. Udienza che però è stata appunto rimandata al prossimo 16 settembre.
Il Decreto Schillaci di fatto quindi non è attivo e non lo sarà anche per i prossimi mesi. A metà settembre sapremo poi se il TAR del Lazio si pronuncerà in merito ad un annullamento definitivo, come anche noi di Dolomiti BioHemp ci auguriamo.
In realtà i nostri prodotti non sono mai stati coinvolti nelle limitazioni imposte dal Decreto Schillaci perché appartengono a categorie merceologiche considerate legali anche dal Decreto stesso. Nonostante questo siamo però contrari alla classificazione dei prodotti a base di CBD ad uso orale all’interno delle sostanze stupefacenti. Sia perché è ormai comprovato che il CBD è una sostanza naturale del tutto innocua per la nostra salute quindi non si capisce perché debba essere considerata uno stupefacente. E poi perché il Decreto Schillaci penalizzerebbe tantissimo le realtà locali (produttori, rivenditori e anche clienti finali), favorendo comunque la circolazione di prodotti esteri e contribuendo a diffondere una percezione errata di una sostanza che in realtà è totalmente naturale e sana.
Aspettiamo quindi la sentenza del 16 settembre, nella speranza di poter finalmente mettere un punto definitivo ad una vicenda che si sta prolungando da ormai troppo tempo.